Insights and guides from an Italian passionate developer

Author: Simone Flavio

Bachelor in Computer Science cum Laude, I'm passionate about Linux, electronics and everything that can make life easier and more secure.

In my spare time I dabble with ffmpeg to compress to AV1/HEVC my movie library.
Optimizing drive and network resources has been a passion of mine since I could only rely on a 2 Mbps connection as a kid.
In fact all images here are uploaded in AVIF format making the site more responsive.

Idrogeno e rinnovabili: uno sguardo al futuro

Nella giornata di ieri si è tenuta una conferenza stampa nell’Auditorium del Gestore dei Servizi Energetici (GSE), a Roma, dove il ministro Picchetto ha condiviso la Strategia Nazionale che si pone l’obiettivo “Net Zero” entro il 2050.

L’Italia sembra determinata a ritagliarsi un ruolo di primo piano nel panorama delle energie rinnovabili, puntando in particolare sull’idrogeno come vettore energetico strategico per il futuro.

Il ruolo strategico dell’idrogeno

La strategia italiana riconosce l’idrogeno come elemento fondamentale per decarbonizzare settori difficili da elettrificare, come il trasporto pesante, il settore marittimo e quello aereo. Con la sua capacità di stoccare energia e trasportarla su lunghe distanze a costi competitivi, l’idrogeno rappresenta una soluzione complementare alle fonti rinnovabili, che soffrono di una certa intermittenza.

Si ricorda che principalmente si può dividere l’idrogeno in 5 categorie, non ufficiali, ma usate sempre di più:

  • Idrogeno verde: si produce tramite elettrolisi dell’acqua alimentata da energia rinnovabile (fotovoltaico, eolico, idroelettrico, ecc.)
  • Idrogeno blu: derivato dal gas naturale con cattura e stoccaggio della CO₂ (CCUS). Potrebbe essere considerato per una transizione, ma l’Italia non sembra avere una grande capacità di stoccaggio geologico della CO₂.
  • Idrogeno grigio: prodotto da fonti fossili senza cattura della CO₂. Il più inquinante e quindi non una valida scelta in un contesto “green”.
  • Idrogeno rosa: prodotto da fonte nucleare.
  • Idrogeno bianco: di origine geologica.

Attualmente, però, il panorama nazionale è dominato dall’idrogeno grigio, prodotto principalmente tramite processi industriali come lo Steam Methane Reforming (SMR) senza cattura della CO₂. Questo tipo di idrogeno è utilizzato principalmente nelle raffinerie e nella produzione di ammoniaca per fertilizzanti. La transizione verso un idrogeno a basse emissioni, sia esso blu o verde, è uno degli obiettivi principali del piano.

LCOH (€/kg) idrogeno per diverse filiere di produzione

Innovazioni e sinergie

L’ammoniaca (NH3) emerge come un’alternativa particolarmente interessante nel contesto italiano. Questo composto, ottenuto combinando idrogeno verde e azoto atmosferico tramite il processo Haber-Bosch, offre vantaggi significativi rispetto all’idrogeno puro, sia in termini di densità energetica che di logistica. L’ammoniaca, infatti:

  • È più facile da stoccare e trasportare: si liquefa a temperature più elevate (-33°C rispetto ai -253°C dell’idrogeno liquido), riducendo il consumo energetico durante queste fasi e ha infrastrutture consolidate per il trasporto (come le navi cisterna per ammoniaca).
  • È chimicamente stabile: non infiammabile e più facile da immagazzinare rispetto all’idrogeno puro.
  • Evita il problema del boil-off: mentre l’idrogeno liquido tende a evaporare nel tempo, l’ammoniaca mantiene una stabilità maggiore.
  • Ha applicazioni industriali dirette: oltre a fungere da vettore energetico, è utilizzata senza ulteriori trasformazioni per la produzione di fertilizzanti.

Strumenti e prospettive

L’Italia ha messo in campo un variegato portafoglio di strumenti per sostenere lo sviluppo della filiera dell’idrogeno, finanziati attraverso il PNRR. Questi includono:

  • Progetti per le Hydrogen Valleys, aree pilota per lo sviluppo locale dell’idrogeno.
  • Iniziative nel trasporto ferroviario e stradale, che puntano all’introduzione di carburanti alternativi.
  • Produzione di elettrolizzatori, essenziali per l’idrogeno verde.
  • Sostegno alla ricerca e sviluppo per accelerare l’innovazione.

In aggiunta, si sottolinea la sinergia tra idrogeno e tecnologie CCS, che potrebbe ampliare le opportunità di decarbonizzazione anche attraverso idrogeno low-carbon.

Il futuro dell’idrogeno in Italia

Tra i progetti di punta della strategia, spicca il Southern Hydrogen Corridor, un’infrastruttura internazionale che posizionerà l’Italia come hub europeo per l’idrogeno. Questo progetto faciliterà i flussi di importazione ed esportazione, rafforzando la cooperazione energetica nel Mediterraneo e oltre.

In un mondo sempre più orientato alla sostenibilità, la visione delineata dall’Italia si inserisce in un quadro di cooperazione internazionale e innovazione tecnologica. Non resta che vedere come queste ambizioni prenderanno forma nei prossimi anni, trasformando l’idrogeno da promessa a pilastro della transizione energetica.

How to boot Radxa Rock 5B from NVMe SSD drive

The tech community has seen a surge of single-board computers (SBCs) over the past few years, offering tech enthusiasts a plethora of options. However, few come as power-packed and future-ready as the Radxa ROCK 5 Model B. This potent Raspberry Pi alternative brings to the table a set of features that puts it a notch above many of its competitors.

Historically, the default choices for booting operating systems on such devices have been either through a micro SD card (uSD) or embedded MultiMediaCard (eMMC) memory. While both methods have served their purpose, they come with their own sets of limitations, primarily in terms of speed and overall system responsiveness. Enter the NVMe (Non-Volatile Memory express) drives, a game-changer in the world of storage solutions, known for their breathtaking speed and efficiency.

The PCIe 3.0 x4 slot on the ROCK 5B isn’t just a token feature; it represents a paradigm shift. By leveraging the capability to connect NVMe drives directly to this slot, users can bypass the traditional bottlenecks associated with uSD cards and eMMC memory. The potential benefits?

  • Faster boot times,
  • snappier system responses, and
  • a smoother user experience.

For those yearning to unlock this potential and revolutionize their SBC experience, the question isn’t about ‘why’ but ‘how’. How does one transition from conventional storage methods to booting their Operating System straight from an NVMe drive on the ROCK 5B? The upcoming guide promises to shed light on this transformative journey, offering step-by-step insights to supercharge your ROCK 5B experience.

Download the needed files

Let’s start downloading the needed file, the zero.img and the new bootloader.img, needed since we are going to flash it to SPI Nor Flash.

There are 4 different bootloader images:

  • normal bootloader [old], recommend for everything except armbian, has the u-boot serial console disabled
  • bootloader for armbian, if you like to boot armbian from the M.2 NVME SSD
  • debuging bootloader [old] with u-boot serial console enabled, if you need to troubleshoot booting issue with serial. (For advanced users)
  • EDK2 bootloader for booting UEFI-compatible operating system images (currently experimental)

You can download files by using wget link.to/file.img . In this guide I’m using the first one.

mkdir bootloader
cd bootloader/
wget https://dl.radxa.com/rock5/sw/images/others/zero.img.gz
wget https://dl.radxa.com/rock5/sw/images/loader/rock-5b/release/rock-5b-spi-image-gd1cf491-20240523.img

We are going to decompress the file and check that the md5 digest is as the one published on radxa website.

gzip -d zero.img.gz
md5sum zero.img

The result of the above command will be something like this: 2c7ab85a893283e98c931e9511add182 zero.img

md5sum rock-5b-spi-image-gbf47e81-20230607.img

cf53d06b3bfaaf51bbb6f25896da4b3a rock-5b-spi-image-gd1cf491-20240523.img

Here the checksums of the other possible files:

2c7ab85a893283e98c931e9511add182  zero.img
cf53d06b3bfaaf51bbb6f25896da4b3a  rock-5b-spi-image-gd1cf491-20240523.img
fa14c99718f55b66e82aa1661e43c1ec  rock-5b-spi-image-gd1cf491-20240523-debug.img
bd21a6459ad33b8189782e4c904d99b3  rock-5b-spi-image-gbf47e81-20230607.img
1b83982a5979008b4407552152732156  rkspi_loader.img

If everything is okay we can pass to check if the spi flash is available:

ls /dev/mtdblock*

It will return the device: /dev/mtdblock0

Let’s flash the bootloader

The first step is to completely clear the spi flash: (be patient the flash can take up to 5mins, in my case it took 3 mins)

sudo dd if=zero.img of=/dev/mtdblock0

check if the flash was successfully cleared

sudo md5sum /dev/mtdblock0 zero.img

2c7ab85a893283e98c931e9511add182 /dev/mtdblock0
2c7ab85a893283e98c931e9511add182 zero.img

Okay! Now you can write the desired bootloader to the spi flash using the following command

sudo dd if=rock-5b-spi-image-gd1cf491-20240523.img of=/dev/mtdblock0

Be patient it will take some time again, as soon it has finished you can lunch

sync

and then check again if everything was successful:

sudo md5sum /dev/mtdblock0 rock-5b-spi-image-gd1cf491-20240523.img

cf53d06b3bfaaf51bbb6f25896da4b3a /dev/mtdblock0
cf53d06b3bfaaf51bbb6f25896da4b3a rock-5b-spi-image-gd1cf491-20240523.img
In my case the 2 digests are identical, which means that everything went well, otherwise flash the bootloader again.

Now you can safely reboot your device!